SENTENZE DI LAVORO

 

CASSAZIONE: MANCATA ROTAZIONE IN CIGS E DIRITTO AL RISARCIMENTO

La Corte di Cassazione ha recentemente affermato che il mancato rispetto del c.d. “principio di rotazione” tra i lavoratori, durante la fruizione della cassa integrazione (principio inserito in un accordo collettivo) non comporta automaticamente il diritto alla riammissione in servizio, bensì fa conseguire il diritto al risarcimento del danno, nella misura corrispondente alla differenza tra la retribuzione che sarebbe spettata in caso di normale attività ed il trattamento di integrazione salariale corrisposto nel periodo di sospensione (evidentemente ingiustificata).

(Corte di Cassazione - sentenza n. 10378 del 20 aprile 2021)

 

LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DISCIPLINARE SE IL LAVORATORE DIFFONDE NOTIZIE CHE DANNEGGIANO LA SOCIETÀ

È legittimo il licenziamento per giusta causa irrogato dal datore al dipendente in conseguenza della divulgazione, da parte di quest'ultimo, di informazioni e/o notizie tali da pregiudicare i rapporti commerciali della società datrice. Lo ha affermato il Tribunale di Avellino.

Il caso ha riguardato un istituto di vigilanza che aveva attivato (e concluso) un procedimento disciplinare per licenziamento per giusta causa nei confronti di un suo dipendente, reo di aver inviato una mail ad una società committente contenenti censure sulla organizzazione interna della società di vigilanza, tali da ledere la reputazione della propria datrice di lavoro.

Il dipendente vi si era opposto, ma il Tribunale ha respinto la impugnativa proposta dal dipendente evidenziando che la giusta causa di licenziamento deve rivestire il carattere di grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro e, in particolare, dell'elemento fiduciario. Nel provvedimento, infatti, il Tribunale ha rilevato – citando anche precedenti sentenze con egual veduta sul tema - come il dovere di fedeltà del dipendente, ex art. 2105 c.c., si concretizzi nell'obbligo di un leale comportamento nei confronti del datore, conforme alle regole di correttezza e buona fede, principi che impongono al lavoratore di astenersi dal compiere attività che appaiono in contrasto con i doveri connessi all'inserimento del lavoratore nella struttura e nella organizzazione dell'impresa o creano situazioni di conflitto con le finalità e gli interessi dell'impresa stessa o sono idonei, comunque, a ledere irrimediabilmente il presupposto fiduciario del rapporto stesso.

(Tribunale di Avellino - ordinanza ex lege 92/2012 - pubblicata il 4.5.2021) 


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