«L’Italia va pubblicizzata anche agli italiani»

Intervista a Bernabò Bocca presidente nazionale di Federalberghi: «L’estate migliore da un lustro»
Lo scorso aprile Bernabò Bocca, 52 anni, presidente del consiglio di amministrazione del gruppo Sina Hotels, è stato rieletto per acclamazione Presidente di Federalberghi per il prossimo quinquennio.
Federalberghi è la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo in Italia.
Aderiscono a Federalberghi più di 27 mila alberghi su un totale di circa 33.000, attraverso 131 Associazioni territoriali.
Federalberghi è inoltre socio fondatore di Hotrec, la Confederazione europea degli hotel, dei ristoranti e dei bar ed aderisce a Confcommercio, ove ha dato vita a Confturismo.
Presidente Bocca, i timori legati al terrorismo internazionale insieme ai primi segnali di ripresa economica in Italia hanno determinato una “riscoperta” delle mete casalinghe. Quali azioni occorre mettere in campo, a suo avviso, per mantenere e possibilmente sviluppare questo incremento di presenze nel nostro Paese?
«Occorrono misure promozionali da un lato e di sostegno alle imprese per migliorare la qualità strutturale delle stesse».
Da notizie di stampa sembra che nel corso di questa estate l'esigenza di sicurezza dei turisti si rifletta in una tendenza a pernottare in città di medie dimensioni, la “provincia” verrebbe percepita come più tranquilla e sicura. Le risulta?
«Non abbiamo un riscontro oggettivo di quanto mi chiedete. Di sicuro, però, abbiamo vissuto un’estate positiva come non si vedeva da almeno un lustro».
Spesso non ha risparmiato critiche al governo per l'assenza di una reale politica di incentivazione del turismo. Eppure oggi abbiamo un Ministero dedicato. Quali azioni devono essere attuate per dare una “svolta” ad un settore cruciale della nostra economia?
«Non è corretto dire che abbiamo un Ministero dedicato. Abbiamo un Ministero che aggrega cultura e turismo. Un binomio senza dubbio inscindibile sul piano commerciale, ma che a nostro avviso dovrebbe invece essere sdoppiato a livello politico-decisionale».
Le Langhe e il Roero conoscono da oltre un decennio una crescita turistica costante. Che cosa manca alle zone periferiche e che cosa invece costituisce, secondo lei, il loro punto di forza nell'attrattiva turistica?
«I numeri parlano chiaro e se i numeri sono crescenti vuol dire che il rapporto qualità-prezzo è quello giusto ed il mix di offerta è più che adeguato alle richieste del mercato».
Preservare il paesaggio dovrebbe essere una regola aurea ovunque e in particolare in un'area, come la nostra, beneficiata dal riconoscimento dell'Unesco quale Patrimonio dell'Umanità. E' un dovere che riguarda non solo le amministrazioni locali ma anche il singolo cittadino.
Come si può “educare” il pubblico (residente o vacanziero) al rispetto e al decoro?
«L’Italia va pubblicizzata non solo agli stranieri ma anche ai nostri connazionali. Ecco, in questa fase di promozione il messaggio del rispetto dovrebbe diventare una costante».
Mentre ancora i collegamenti autostradali languono, con il 2017, salvo imprevisti, la città di Alba sarà finalmente collegata dalla linea ferroviaria elettrificata a Torino con frequenti corse giornaliere. Come valuta questa realizzazione e quali potrebbero essere i benefici per il turismo?
«Non c’è turismo se non ci sono collegamenti adeguati e veloci. Questo vale per Alba ma per l’Italia intera».
Essendo a capo di una catena di hotel di alto livello, certo ha la percezione diretta di che cosa i turisti cerchino in Italia. Può darci qualche indicazione, utile al nostro territorio che ha fatto dell'offerta di charme uno dei suoi atout principali?
«I turisti in Italia cercano il paesaggio, un’accoglienza calorosa e professionale, una cura dei dettagli, una cucina allineata alle aspettative. E noi siamo in grado di offrire in sintesi tutto quanto desiderato».